mercoledì 1 febbraio 2017

BREVE RIFLESSIONE ESISTENZIALE - MARTINA BOCHICCHIO

Ciao a tutti!
Come promesso ecco il primo scritto NON MIO che viene pubblicato su questo blog! E, sinceramente, spero che non sia l'ultimo.
Ringrazio Martina che mi ha fatto questo bellissimo regalo e vi lascio alla lettura.

"La felicità è un qualcosa di intangibile ed astratto che non si può ben definire, è forse una sensazione a cui ambiamo ardentemente, è un perpetuo obiettivo da raggiungere, un fine che spesso non sappiamo dove realmente ci condurrà.
Come ci insegna Bauman “l’evoluzione è stata verso un’esperienza della felicità legata direttamente al piano della vita quotidiana, che nella contemporaneità ha indebolito l’idea della felicità come obiettivo. A ciò si lega anche la parallela evoluzione del concetto di desiderio. Ora non ci si ferma soddisfatti, e felici, quando un nostro desiderio si realizza. Piuttosto, ci si spinge subito a desiderare qualcos’altro che ci possa soddisfare in maniera migliore. Desideriamo il desiderio più che la realizzazione di esso. Quest’atteggiamento dà luogo a una catena tendenzialmente infinita di frustrazioni e insoddisfazioni”.
Questo concetto ci viene inculcato continuamente dalla società in cui viviamo e dai suoi schemi, è davvero difficile slegarsene. La vita frenetica di oggi non ci dà spazio per fermarci e riflettere su cosa sia realmente importante. E’ una continua lotta per la sopravvivenza, per restare al passo con i tempi per non restare schiacciati da quella che è la gigantesca e paurosa macchina del sistema che muove ogni cosa facente parte di questa società. Siamo tanto presi dal non restare indietro che spesso ci dimentichiamo cosa significa davvero vivere.
Io credo che uno dei problemi fondamentali è che spesso siamo impassibili o siamo semplicemente troppo disinteressati dal guardare le cose belle che ci circondano perché troppo presi da mille preoccupazioni che ci affliggono tutti i giorni, non siamo più in grado di sorprenderci. La felicità ci può sembrare spesso solo un’utopia in questa vita di continui alti e bassi, dove tutto sembra perennemente sospeso in equilibrio su una corda di sensazioni ed umori instabili, ma io credo che il bello della vita sia proprio questo.
In una calda giornata primaverile non vediamo l’ora che arrivi l’estate, che ci dimentichiamo del grigio freddo infernale che l’aveva preceduta. Godersi l’attimo è alla base della felicità, perché spesso il fardello più pesante che ci portiamo sulle spalle ce lo siamo caricati noi stessi. Capito questo le porte della felicità sono aperte a tutti se siamo in grado di vederle. In fin dei conti la felicità è fatta proprio di questo, di piccole cose, che sono proprio quelle a dare colore alla vita.
In un libro che sto leggendo proprio in questi giorni, di Haruki Murakami, il protagonista non è soddisfatto del panino che ha ordinato in un locale e vuole lamentarsene con la cameriera per farsene portare uno migliore. Ma si guarda intorno e vede che agli altri tavoli nessuno sembra insoddisfatto delle pietanze del locale ed allora decide di lasciar perdere perché in fin dei conti “E’ perché abbiamo delle aspettative che si resta delusi”. Con ciò non dico che non bisogna avere aspettative o porsi degli obiettivi, ma dico che non dobbiamo focalizzare la nostra intera esistenza sulla base di queste esigenze.
Riuscire a vedere il bello nelle cose quindi non è semplice, ma bisognerebbe sforzarsi e riflettere maggiormente sulle cose, bisogna tentare di ampliare la nostra percezione sul modo di vedere e quando saremo in grado di sorprenderci anche per le piccole cose e di andare avanti sempre con il sorriso, allora avremo raggiunto il nostro piccolo angolo di felicità interiore.
Quindi per me la felicità non è altro che il riuscire ad apprezzare tutto quello che la vita ha in servo per noi, non bisogna mai lasciarsi abbattere o sentirsi sconfitti, perché la vita è solo una e siamo noi gli artefici in grado di cambiarla per renderla il più spettacolare possibile."

Martina Bochicchio

consulenza.orientamente@gmail.com



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