domenica 8 gennaio 2017

DESIDERIO

A questo punto, dopo i discorsi che abbiamo fatto fino ad oggi, è necessario spendere due parole anche in merito ad un argomento che abbiamo tirato in ballo insieme alla paura. Vorrei parlare del desiderio.

Il desiderio è qualcosa che io reputo fondamentale, perché è ciò che ci spinge a fare il primo passo verso il raggiungimento di un obiettivo. Il desiderio ci porta avanti senza che ce ne accorgiamo perché è ciò che muove il nostro corpo prima di muovere il nostro cervello.
Pensate a quanto aumenta il desiderio di fare un’azione che aspettate da tempo. Pensate a tutto quello che non vedete l’ora di fare!

Il desiderio è una sensazione mobilitante, è qualcosa che ci spinge verso, che ci spinge a, e lo fa senza che noi ci possiamo opporre perché nasce dal cuore! Come tutte le altre sensazioni!
Perché mi ostino a metterlo in paragone con la paura?
Perché sono opposte nella loro natura. Entrambe sono naturalmente orientate a spingerci in qualche direzione, ma sono due direzioni assolutamente opposte in quanto la paura ci spinge a tornare indietro, mentre il desiderio ci fa andare avanti!

Tutto dipende dalla strada che vogliamo intraprendere!

Come si fa a scegliere? Sembra una domanda di poca importanza perché la scelta sembra così evidente! Ma vi assicuro che non è così. Desiderio e paura sono due entità che, qualunque strada decideremo di intraprendere, saranno sempre presenti in noi e basterà davvero poco perché una prenda il sopravvento su un’altra.

Come fare ad evitare questo?

Allenamento?

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8 commenti:

  1. Ciao Stefano. Difficile sempre,mi ripeto,lo so, dare una risposta a queste domande in quanto vi è sempre un lato scuro e uno benevolo in ogni emozione o stato d'animo.
    Anche il desiderio chiede un analisi sincera, anche il desiderio nasconde le sue trappole
    Un obiettivo più che un desiderio (io non li considero la medesima cosa, almeno non in tutto per tutto) è stimolante e la sua realizzazione apre tante porte facendo emergere chi siamo, cosa vogliamo davvero e ogni tanto tira fuori anche comportamenti di noi un po' oscuri.

    Jung scrisse una cosa bella sul desiderio
    "...se lui fosse padrone del suo desiderio, e non fosse invece il suo desiderio a impadronirsi di lui,avrebbe toccato con mano la propria anima perché il suo desiderio ne è immagine ed espressione"
    E io credo che proprio nella capacità del dominare il desiderio, dargli un giusto peso e un' esatta collocazione che la paura si dissolve.
    La paura di fallire, di non realizzare, il conflitto fra il desiderio vacuo, atto a riempire vuoti interiori, o per affermare la propria autostima, e il desiderio che è immagine ed espressione della propria anima.

    Ciao.

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    1. Ciao!
      Sai cosa penso io alle volte? Che sia proprio il fatto che vogliamo dominare il desiderio a portarci un po' più lontano dalla felicità.
      Quella che voglio sponsorizzare è l'idea che non serve per forza dover dominare a tutti i costi le emozioni con la testa, ma fare in modo che il nostro corpo decida lasciandoci soltanto il piacere di godere della felicità della sua scelta.
      So che è un concetto quantomeno complicato da spiegare e, di conseguenza, da capire, ma è lì che sto puntando.
      Grazie mille

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    2. CIao Stefano, quello che intende Jung con il dominare il desiderio è un po' diverso da quello che intendi tu.
      Non è questione di dominare con la testa, né di tarparsi le ali, ma a volte i desideri si trasformano in ossessioni e talvolta desideriamo qualcosa che in realtà non vogliamo davvero.
      Difficile come concetto.
      Comprendo quanto scrivi,ma come ho già scritto anche nei desideri si nascondo trappole e illusioni, ascoltare il corpo come scrivi tu è di certo una soluzione per non cadere nelle trappole, ed è un po' saper dominare il desiderio come lo intendeva Jung.
      Ciao

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    3. E' verissimo. Infatti quello che punto a fare io è arrivare a "gestire" il desiderio nella sua forma più semplice..ma valla a trovare!
      Grazie mille.

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  2. Ciao Stefano,
    mi è piaciuta molto la tua riflessione sul desiderio, e in particolare mi trovo pienamente d'accordo con te quando affermi che sia "ciò che ci spinge a fare il primo passo verso il raggiungimento di un obiettivo".

    Però pensavo, quando domandi come possiamo fare per evitare che paura e desiderio prendano il sopravvento l'una sull'altra, che forse è giusto che una delle due emozioni vinca, che sia il desiderio di farci intraprendere una scelta oppure la paura di fare quel determinato passo, che potrebbe comunque fornire uno spunto indicandoci un cambio di direzione verso una differente ipotesi.

    Sono sempre dell'idea che anche le paure siano infatti un importantissimo spunto di riflessione e che del resto non sempre i desideri vadano inseguiti senza essere ben soppesati.

    Per tirare le fila, come dici giustamente tu per semplificare quello che spesso è un mio flusso di pensieri che temo risulti tortuoso quando esce dalla mia testa, non sempre paura=negativo desiderio=positivo ma secondo me sono due facce della stessa medaglia che possono convivere, a volte la paura avrà la meglio e ci farà cambiare direzione, per trovarne chissà una migliore, altre invece i nostri desideri ben ponderati saranno più forti delle nostre paure e saranno il “carburante” delle nostre scelte.

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    1. Ciao Ele!
      E' proprio perchè sono le due facce della stessa medaglia che non possono avere una il sopravvento sull'altra. Una medaglia ha due facce esattamente uguali, ma completamente diverse! Quando una si vede l'altra no, ma non sparisce! E' lì dietro ed ha lo stesso valore e lo stesso peso di quella che è davanti ed ha certamente contribuito a fare sì che quella che è ben visibile sia lì in bella mostra.
      In un certo senso, ad un occhio poco attento, sembra che una prenda il sopravvento sull'altra, ma volevo che fosse chiara la mia idea. Sopravvento non è la parola corretta secondo me. Che una delle due vinca sull'altra lo stesso è un'espressione che implica già qualcosa di diverso dall'obiettivo.
      Grazie mille!

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  3. Ciao Stefano, innanzitutto vorrei farti i complimenti per il nuovo blog :) Mi dispiace commentarti in ritardo, ma quando lo faccio è perché voglio pensare per bene a cosa scrivere e mi ritaglio il giusto tempo per farlo.

    Cercherò di fare una risposta cumulativa perché ho letto subito anche i precedenti post e forse riesco a mettere giù un unico discorso :)

    Io e la paura abbiamo sempre avuto un rapporto particolare. Per un po' non sapevo di provarne, poi quando l'ho battuta mi sono accorta di averne. Ogni tanto vinco io, ogni tanto lascio ancora che sia lei a prendere il sopravvento.
    Sono poche le cose di cui ho paura, materialmente, oppure mi sembra che sia così perché, appunto, come detto su, non mi rendo conto di averne.
    La verità è che la paura, anche già in natura, serve e fa bene: ci protegge e ci evita di buttarci dentro al fuoco, per fare un esempio banale xD
    A volte però paralizza e non ci fa fare delle cose utili.
    A volte abbiamo paure di alcune cose nuove e di altre no, come hai detto tu nel primo post qui. Per quanto mi riguarda le cose che mi spaventano non sono quelle che non mi sono famigliari, come ti hanno scritto in un commento che ho trovato molto bello e condivisibile, perché ho iniziato cose sconosciute e mi sono sentita invincibile così come ho iniziato ad avere paura di cose che fino a prima facevo tranquillamente. Più che altro ho paura quando sento che non posso controllare, per un motivo o per altro, quello che sto facendo ed allora non so come comportarmi.
    O ancora, magari si ha paura delle conseguenze: se vado in spiaggia non ho paura perché al massimo posso prendermi una scottatura, se apro un negozio magari perdo tutti i miei soldi, il tempo, deludo le persone che mi stanno accanto, e così via.
    Penso che questo sia assolutamente non irrilevante un pochino per tutti.

    La differenza la fa, come cita qualcuno che non mi sovviene in questo momento, "quello che c'è oltre la paura".
    Se io voglio a tutti i costi diventare un grande imprenditore non posso fermarmi a chiedere "che cosa succederà?come andrà?e se perderò?". Posso solo dirmi che ce la posso fare nonostante tutto, che se perderò tempo pazienza, avrò modo di imparare qualcosa, se perderò soldi, pazienza, li posso recuperare.
    Ma se quello che desideriamo non riesce ad essere più forte di quello che temiamo...dubito che ce la potremo fare, almeno non da soli.
    Quindi per me tutto può essere schematizzato così:
    Paura-->desiderio-->se è abbastanza forte-->vittoria

    Spero di aver scritto qualcosa di sensato, ad ogni modo apprezzatissimi tutti i tuoi nuovi post :)
    Un abbraccio :)

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    1. Ciao Paola!
      Intanto grazie mille.
      Poi..trovo molto interessante il tuo schema finale, ma perché parti dalla paura per arrivare al desiderio?
      Mi spiego. Ho letto che tu hai un rapporto particolare con la paura, che mi piacerebbe moltissimo mi raccontassi scrivendomi anche per mail perché sono sicuro che potresti insegnarmi qualcosa che mi manca sull'argomento, ma partire proprio da quella? Non sarebbe più semplice partire dal desiderio?
      Scusami se ti faccio questa domanda, ma mi ha colpito molto quello che hai scritto. Cos'è per te quello che c'è oltre la paura?
      Grazie mille.

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